Famiglie sempre più in difficoltà nella gestione estiva dei figli, quando, a giugno, le porte delle aule si chiudono.
Se ne parla da tempo, soprattutto nelle file della Lega, di assicurare ai ragazzi opportunità didattiche e ricreative che possano “coprire” le settimane che separano la fine di un anno scolastico con l’inizio dell’altro senza ricorrere a campus estivi a pagamento.
“Con l’inflazione al 6,7% – precisa il Ministro-stiamo aumentando il tempo-scuola con la nuova figura del tutor e con i fondi legati all’Agenda Sud. Stiamo lavorando per venire incontro alle famiglie.”
Pur nella consapevolezza che si è in piena denatalità, come dimostrano anche i dimensionamenti scolastici voluti dalla legge 79/22, il capo del dicastero di Viale Trastevere è convinto sia necessaria un’azione ad alto impatto che rafforzi la collaborazione scuola-famiglia attraverso la partecipazione, su base volontaria (è il caso di ribadirlo) a progetti estivi all’interno del sistema istruzione.
L’ obiettivo è puntato soprattutto sulla fascia d’età che frequenta la primaria e la secondaria di primo grado, perché, secondo Valditara “ è in quella fascia d’età che bisogna sostenere di più le famiglie”, specialmente quelle che non hanno supporto dalla rete parentale. Si parla di un totale di 60.000 studenti coinvolti, in progetti STEM, di potenziamento linguistico, artistico, sportivo o di cittadinanza attiva.
Gli stanziamenti economici, attraverso i fondi del PON saranno rivolti alla lotta alla dispersione scolastica, alla formazione dei tutor, senza dimenticare che gli sforzi potranno essere proiettati (e questa resta una grande sfida) ad ampliare i numeri del tempo pieno al Sud anche tramite l’Agenda Sud.
Quindi non solo le risorse PNRR.
“Il PNRR è un buon punto di partenza, si tratta di saper dare delle priorità sulla base anche di quanto richiesto dalle famiglie” spiega Valditara. “La mia idea è quella di garantire per i ragazzi che appartengono a nuclei con rete parentale insufficiente, di rafforzare le loro competenze e di colmare le loro lacune per affrontare meglio il nuovo anno, senza pesare sul bilancio famigliare.
Il Ministro assicura che non si tratta di rimodulare i calendari scolastici (ricordiamo che anche l’Italia, come la maggior parte dei Paesi europei assicura un totale di 200 giorni di scuola su tutti gli ordini), ma di produrre un sistema integrato che possa accompagnare i ragazzi durante i mesi estivi.
La strada è tracciata, ora bisogna solo capire come percorrerla.